Thursday, October 13, 2016

Nuovo singolo e video per Willie Peyote: Io non sono razzista ma...

Continuiamo anche oggi la serie di post dedicati alle novità che vi abbiamo presentato sabato scorso in trasmissione (qui il podcast), occupandoci in questo caso di un artista torinese nuovo alle nostre scalette.

Si fa chiamare Willie Peyote, e per definirlo sabato abbiamo citato ciò che scrive di sé sui profili social: “nichilista, torinese e disoccupato, perché dire cantautore fa subito Festa dell’Unità e dire rapper fa subito bimbominkia.”
Ed in effetti il suo ultimo album, Educazione sabauda, pare collocarsi in qualche modo fra rap e cantautorato, anche per il fatto che non si affida molto alle basi sintetiche, ma è stato anzi quasi interamente riarrangiato e suonato da musicisti in carne ed ossa, a partire dai beat di Frank Sativa, Kavah e Dj Koma.

Come spiega lui stesso: “ci arrivavano i beat, andavamo in studio con i musicisti e di volta in volta facevamo risuonare le parti. Rispetto a quello che erano i beat originali siamo poi, ovviamente, andati molto più lontano, lavorando in divenire e senza mai dirci: facciamo un disco così o cosà, è stata una roba naturale.”
L’obiettivo finale pare essere ben chiaro: “portare l'hardcore a livello concettuale e di testi ma che sia accessibile a tutti, musicalmente. Volevo fare un disco che fosse orecchiabile e ben fatto musicalmente, ma che non mi snaturasse per questo: non mi sono rammollito né ho tolto le parolacce, ma mi sono reso più accessibile. Una buona comunicazione è una comunicazione che si fa capire, giusto? Io scrivo, quindi comunico e voglio farmi capire da tutti. Finché non sarò capito da tutti non avrò fatto bene il mio lavoro. Questo non vuol dire parlare da idiota, intendiamoci. Non ho tolto nulla al solito, ma volevo fosse ascoltato da persone che non ascoltano rap, quelle che di solito mi trovo sotto al palco. Fondamentalmente poi la situazione, a livello musicale, è una merda però poi vedi Caparezza, okay? Quanta gente c'è sotto il palco di Caparezza? Che tipo di persona ci sono? Tutti! I bambini di 4 anni e le coppie di sessantenni, con i mezzi rappusi e metallari, passando per tutto lo scibile umano. Lui li fa saltare per due ore di concerto e, mentre li fa saltare, insegna loro delle cose. Cosa c'è di meglio di uno che ti fa saltare mentre ti insegna delle cose? Lo fa a tutti ed io questo fare nella vita, non voglio rappare davanti a quattro che "devi fare gli scratch con questo vinile, perché se lo fai con un altro sei un coglione". Io voglio arrivare alla gente, basta con le fregnacce. Se Caparezza ce la fa, non vedo perché non possa farcela qualcun altro -che non devo essere io per forza-. Secondo me, dobbiamo fare in modo che il rap in Italia venga sdoganato definitivamente e fare in modo che non sia solo fare gesti con la mano, collane e bosseggiare, perché può essere anche qualcosa di più in un Paese con la nostra cultura cantautoriale.”

Anche dal lato delle liriche, il lavoro non delude, con rime molto ricche e significative, condite spesso da una buona dose di sana e sottile ironia, come nella strofa che spiega il titolo del disco: "l'educazione sabauda va ben oltre gianduiotti e bagna càuda, è la causa del silenzio e del senso del dovere, ed è la nausea del senso di colpa che viene dopo il piacere.”
Non mancano gli ospiti, fra i quali citiamo Godblesscomputers, Tormento, Ensi.. ed addirittura un featuring di famiglia, quello del padre, alla batteria in Che bella giornata ed al telefono in paio di conversazioni incluse nel disco.

Un album veramente molto bello e godibile, che stiamo scoprendo in colpevole ritardo, visto che è uscito l'anno scorso.

Invitiamo anche voi a farlo proponendovi il video del nuovo singolo, passato sabato scorso in trasmissione ed intitolato Io non sono razzista, ma..: enjoy!!




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