Saturday, January 21, 2017

Fast Animals and Slow Kids, nuovo singolo dal prossimo album: Forse non è la felicità

In questo freddo sabato pomeriggio vi vogliamo proporre il secondo singolo e video che anticipa il nuovo disco di una band che apprezziamo molto.

Prova ne sia che nelle Picks 2014 avevamo incluso il loro terzo e ad oggi ultimo album, Alaska, che è stato seguito da un fortunatissimo tour, terminato a febbraio con un concerto all'Alcatraz di Milano, davanti a 2.500 persone.
Parliamo dei Fast Animals and Slow Kids, band nata nel 2008 a Perugia fra i banchi del liceo, e che si è imposta come una delle più belle novità del rock italiano degli anni '10.

Il prossimo 3 febbraio Woodworm pubblicherà il loro quarto LP, intitolato Forse non è la felicità, come il secondo singolo, pubblicato giusto ieri, che presentano così: "è una canzone importante per noi. È un punto d'arrivo ma al contempo è una partenza verso qualcosa di nuovo. Si è presa molto del nostro tempo e delle nostre energie; è stata l'ultima canzone che abbiamo scritto per il nuovo album e per mesi abbiamo cercato il modo migliore di suonarla, abbiamo cercato di capirla a fondo. È una canzone a suo modo felice, come non ne facevamo da tempo. Si fa un gran parlare della felicità in questi tempi moderni, si pensa a come raggiungerla e a come preservarla una volta che la si ha tra le mani. Ecco questo è il nostro modo per dire che tutto ciò fondamentalmente non ci interessa. Non vogliamo far parte del dibattito, non ne abbiamo i mezzi, vogliamo semplicemente schierarci dalla parte di chi ha più a cuore il tragitto rispetto alla meta, vogliamo semplicemente cantare che forse la felicità non è così importante."

Quest'oggi ve ne proponiamo il video, che li rappresenta molto bene, e che lasciamo presentare dalle loro parole: enjoy!!
"Questa volta ci abbiamo provato a fare un video serio. Veramente. Siamo andati sul Subasio, un monte particolarmente caro a tutti noi umbri, con dei nostri amici registi, delle telecamere professionali e una sorta di sceneggiatura che prevedeva camminate in piano sequenza e playback in posti bellissimi. Una volta visto il risultato finale però, ci siamo accorti che tutto ciò non ci rappresentava, non rappresentava il nostro modo di fare le cose, da sempre in bilico tra tentativi di essere professionali e fancazzismo puro. Fortunatamente per noi, eravamo pieni di riprese di backstage e da qui ci è venuta l’idea alla base del tutto: dare importanza alla realizzazione del videoclip quanto al risultato finale. In accordo con quanto dice la canzone stessa, abbiamo riflettuto che forse il bello del video per questa volta non era vedere i nostri playback seriosi e basta; il bello del video era anche vedere le risate che ci stavano dietro e i continui tentativi di autosabotarci, anche a -6° con le Vans tra la neve. Alla fine, 2 Fask su 4 son tornati a casa con il raffreddore ma forse ne è valsa la pena. Tenere bene a mente ciò che siamo per noi sarà sempre importante."




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